Energia dal sole

energia del passato!

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  1. debrando
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    Salve a tutti! Non ho tempo per leggere la pantagruelica discussione, ma mi permetto ugualmente qualche nota in ordine sparso... :P

    1) L'idea che il l'efficienza energetica (è questo che si intende quando si parla di risparmio) sia inutile, anzi riduca i posti di lavoro, è assurda. L'energia è una materia prima e coma tale un costo a monte che frena il sistema a valle, e la storia lo conferma ampiamente: ogni espansione economica (in particolare quella esplosiva dell'ultimo secolo) è stata figlia dell'approvvigionamento di materie prime a basso costo.

    2) L'EROEI può essere considerato un parametro trascurabile solo rifiutando il concetto di ottimizzazione d'uso (punto sopra) e comunque supponendo illimitata la disponibilità energetica... cosa singolare, da parte di un fisico.

    Questo ovviamente non riduce l'importanza cruciale delle valutazioni sulla potenza instantanea, ma perchè mai questo dovrebbe implicare che l'EROEI è è applicabile solo per fonti analoghe? Semmai si potrà dire che ha diverso peso in funzione di altri fattori (disponibilità, affidabilità, obiettivo d'uso).

    3) Presentare il nucleare (odierno) come panacea di tutti i mali è quantomeno artificioso: anzitutto la disponibilità del combustibile è una questione aperta, e per favore evitiamo utopie come l'estrazione dal mare (lontanissima a venire e di efficacia tutta da dimostrare, anche solo per i calcoli di massima qui espressi: http://aspoitalia.blogspot.com/2007/12/si-...ua-di-mare.html).

    Inoltre il problema delle scorie è tutt'ora aperto, perlomeno in Italia: non siamo stati ancora capaci di stoccare quelle di vent'anni fa...

    In ogni caso, bisogna essere coerenti nelle valutazioni: se non importa l'energia ma la potenza, allora valutando l'uranio bisogna parlare della sua disponibilità nell'unità di tempo (capacità di approvvigionamento) e non della quantità complessiva. Questa è tra l'altro la prima ragione che affossa l'ipotesi di estrazione dall'acqua.

    4) La tesi che il solare termico sarebbe inutile perchè il fabbisogno domestico è solo una piccola quota del fabbisogno complessivo è molto superficiale, nonchè contradditorio con l'approccio "economista" con cui ci si approccia alla questione energetica: da sempre i capitali si accumulano per piccole quote continue (torna di nuovo il punto 1).

    Ma anche se non fosse, la questione è che quando le risorse diventano scarse è importante pesarne l'uso: vero dunque che le abitazioni non sono la prima fonte di consumo, ma il loro ruolo è cruciale per il benessere delle persone. Avere una delle esigenze primarie garantita, fuori dai dagli andamenti fluttuanti di costi e disponibilità energetiche, è un beneficio non da poco.

    In ogni caso, un solare termico correttamente dimensionato è economicamente ed energeticamente efficace in situazioni stantard anche in assenza di qualsivoglia incentivo. Questo lo può dimostrare ogni termotecnico e lo afferma l'ENEA da più parti.

    5) La densità energetica di una fonte non può essere un dato decontestualizzato. Ad esempio, i generatori eolici possono essere installati senza interferenze in territori dedicati ad altro uso (anche l'area di rispetto di una centrale nucleare, per dirne una) o addirittura indisponibili ad altri scopi (sul mare piuttosto che in vetta i monti).

    6) Il FV è certamente ad oggi troppo costoso per applicazioni generiche, e personalmente sono contrario alle installazioni a terra: lo spazio occupato da una parco FV è totalmente indisponibile (a differenza dell'eolico) e deve essere o cementato (costoso e ambientalmente dannoso) oppure manutenuto con costi non trascurabili. Inoltre, la densità energetica è qui si davvero troppo bassa.

    Questo non toglie però che l'installazione in superfici comunque già esposte e necessarie (ovvero: le chiusure degli edifici) risulta energeticamente efficiente e di impatto ambientale minimo. In particolare, le tecnologie costruttive odierne permettono già di realizzare abitazioni completamente autosufficienti dal punto di vista energetico (zero energy): l'unico limite ad oggi è il costo degli accumulatori elettrici, ma la tecnologia sta facendo notevoli passi avanti (basti vedere il rapporto capacità/costo e durata/costo delle batterie per apparecchiature mobili). Simili soluzioni ridurrebbero molto i costi delle infrastrutture e le perdite per trasmissione, parallelamente creando una utenza con richieste meglio prevedibili e dunque produzioni ottimizzabili.

    7) Il mercato si sta spostando sempre più verso il terziario, verso i servizi, e sempre più virtuali. L'idea che le persone debbano muoversi sempre più e le merci rimbalzare per tutto il globo prima di arrivare al consumatore affinchè l'economia funzioni è obsoleta, oramai orfana di quella sovrabbondanza di combustibili fossili che l'ha generata.

    Ma, ahinoi, è anche idea oggi tipicamente italiana: siamo il paese occidentale più industrialmente arretrato nelle telecomunicazioni e soprattutto nell'informatica, il che è paradossale in quanto siamo privi di materie prime ed i servizi ad alto valore aggiunto il nostro obiettivo.

    Puntare ancora sulle industrie pesanti o comunque nella metalmeccanica nel nostro Paese è assurdo, come come lo è voler competere nei prodotti a basso livello tecnologico... ma guardacaso sono proprio i fautori di queste approccio fallimentare gli stessi che si arroccano sulle posizioni di rendita, invocano protezionismo, pestano i piedi per energia a basso costo immediato qualunque siano i costi a lungo termine, ritengono doveroso evadere le tasse, ignorano l'intera comunità scientifica riguardo ai rischi ambientali e dulcis in fundo leggono foglietti bugiardi come Il Giornale.


    Anche nell'odiata Cina stanno lasciando morire le piccole imprese a basso contenuto tecnologico, così come stanno puntando tutto sull'innovazione, sull'efficienza energetica, sull'informatica e sullo sviluppare fonti alternative (anche se proprio nessuno da quelle parti va a questionare per una nuova centrale nucleare).

    Ma forse è più semplice pensare che siano tutti cretini, tranne ovviamente i conservatori più conservatori, i cari fautori delle risorse fossili ad oltranza... guardacaso, gli stessi che vivono opulenti sull'attuale sistema. Ma questo macroscopico conflitto di interessi non desta qualche sospetto?
     
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    Ricominciamo a scrivere in questa sezione, apparentemente fuori tema ma l'autore e' sempre lui, il Prof Franco Battaglia che dalle colonne de Il Giornale aggiunge una nota di colore a questo grigio mondo dell'Energia.
    Grigio perche' la crisi si e' portata via la voglia di investire e fare ricerca e molti, nessuno escluso tentano di trovare soluzioni ingenue.
    Chissa', forse funziona?

    Leggetevi l'articolo uscito recentemente.
    Auto ecologica, Barack il verde illude gli Usa (di Franco Battaglia)

    So che siamo fuori dal coro, ma dobbiamo avvertire: l'annunciata politica energetica di Obama, se attuata, sarà una calamità. Obama ha dichiarato: «Sfrutteremo il sole, il vento e la terra per alimentare le nostre auto e le nostre industrie». Capisco che Obama sia animato da buone intenzioni, come dimostrerebbe il fatto di ispirarsi ad Al Gore, che è premio Nobel per la Pace; ma qualcuno dovrebbe ricordargli che quelle, com'è noto, sono il lastricato delle vie per l'inferno; e informarlo che la patente di Nobel per la Pace potrebbe trarre in inganno, visto che anche Hitler vi fu candidato.
    L'errore di Obama - gravissimo errore, con esiziali conseguenze - è ritenere di affrontare crisi e disoccupazione creando posti di lavoro nel settore della produzione d'energia. Il ragionamento è pressappoco questo: per produrre energia da eolico o fotovoltaico (FV) servono 10 volte gli addetti che servono per produrla da carbone o nucleare; ergo, incentivando sole e vento creiamo posti di lavoro. Ciò che Obama non comprende è che l'energia è un bene molto particolare. Noi non vogliamo energia, ad esempio elettrica, in sé (come accade con qualunque altro bene), ma perché essa ci serve per produrre ogni altro bene desiderato. Allora, ciò che crea posti di lavoro non è la produzione ma il consumo d'energia e, pertanto, la sua disponibilità abbondante ed economica. Altrimenti faremmo presto: diamo a 3 milioni di disoccupati una bicicletta e facciamoli pedalare per produrre elettricità. Creare posti di lavoro nei settori eolico e FV è come creare una squadra d'operai che scavi buche di notte e un'altra che le riempia di giorno. Perché? Semplicemente perché eolico e FV, non essendo compatibili con le modalità con cui noi abbiamo bisogno di energia, sono come le buche: inservibili.
    Obama ha anche promesso di voler «aumentare al 10% la produzione di energia elettrica da rinnovabili». Ma avrebbe dovuto dire diminuire al 10%, visto che il contributo delle rinnovabili alla produzione elettrica americana era, nel 1985 ad esempio, del 13%. Il mio pronostico - e accetto scommesse - è che al 2012 quel contributo sarà inferiore all'8%, ed è fondato su una banale interpolazione lineare eseguita sui dati degli ultimi 30 anni, quando il contributo delle rinnovabili (quasi tutto idroelettrico) passò all'11% nel 1995 e al 9% nel 2005. E ciò a dispetto del fatto (anzi, proprio grazie al fatto) che in 20 anni la potenza installata FV è aumentata del 100% e quella eolica del 1000%.
    Più recentemente pare abbia detto di voler promuovere l'auto da 15 km/l, cosa che ha fatto apparire alcune prime pagine italiane con titoli del tipo: «Rivoluzione di Obama: sì all'auto ecologica». Rivoluzione? Sarà, ma la mia auto ha 8 anni e percorre 16 km con un litro. Infine, Obama intenderebbe anche «ridurre i consumi elettrici del 15% rispetto ai valori attesi del 2020». Come possa riuscirci, visto che, molto lodevolmente, intenderebbe anche promuovere l'auto elettrica, è un mistero. Delle due, l'una. O Obama riuscirà non solo ad operare quelle riduzioni ma anche a far imbufalire il popolo americano che, sempre più affossato nella conseguente recessione economica, più che rieleggerlo aspirerà a farlo nero (nessuna ironia). Oppure i consumi elettrici americani seguiranno il corso naturale di un Paese che avrà ripreso la propria solidità economica, e Obama verrà rieletto. Auguro a lui la seconda cosa che ho detto.
     
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  3. nnsoxke
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    CITAZIONE (Lawrence @ 26/11/2007, 12:24)
    In parte sono d'accordo ed in parte no.
    Obbligare per legge a fare questo e a fare quello, non mi pare tanto democratico. Neppure mi pare democratico dare degli sgravi fiscali a chi usa energie alternative, ma neanche mi pare una cosa accettabile dare dei finanziamenti.
    Oltre ad essere mezzi poco morali, non mi pare che funzionino un granchè.
    Quello che la gente comune capirebbe, non è la logica contorta dei tecnici finanziari del governo, e delle statistiche spesso sballate che usano, è semplicemente il costo, la semplicità e la sicurezza di durata degli impianti ad energie diverse dal petrolio.
    I mezzi, secondo me dovrebbero essere totalmente diversi e sarebbero:

    1) Riduzione incondizionata delle tasse sulle buste paga in modo da lasciare a tutti la possibilità di investire in qualcosa senza essere strozzati dalle banche.
    2) Niente finanziamenti, sgravi, reintegri, rimborsi o cose burocraticamente incasinate.
    3) Eliminazione totale delle tasse di importazione sui componenti.
    4) Eliminazione dell'IVA (magari su tutto e ristrutturata diversamente) almeno sui componenti per gli impianti.
    5) Eliminazione totale dei soliti permessi, progetti, approvazioni, e controlli burocratici.

    Con queste semplici misure economiche il settore prenderebbe fiato. Ma se non c'è nulla da investire, i finanziamenti non arrivano, le pratiche rimangono asfissiate nei cassetti, insomma, se le famiglie e tutti in generale non hanno soldi per i pannelli solari, termico o fotovoltaico che sia, si rimane tutti alla caldaia bruciasoldi, con il piacere di Snam, di Agip, di Geddafi, della Gasprom ecc... Si rimane tutti vittime della politica che gli italiani hanno scelto... peggio per loro. L'unica cosa che mi scoccia di tutto questo è che di mezzo ci sono anche io... :rolleyes:

    Non sono proprio daccordo con quanto affermato e cerco di dare le mie motivazioni, in base a ciò che vedo che succede. Chiaramente queste motivazioni dipendono dalla mia particolare esperienza personale, quindi possono essere messe in discussione, ammesso che si riportino degli esempi validi.

    1)Sono convinto che le stesse osservazioni possono essere fatte sulle banche, ma ho dei seri dubbi che il cittadino medio italiano se avesse più soldi nella busta paga li impiegherebbe nell'aquisto di impianti per lo sfruttamento dell'enrgia alternativa. Le banche o lo stato sono più facilmente controllabili in questo senso.
    In base a quello che vedo il surplus di risparmi si impiega per comprarsi il macchinone, per "ristrutturare" la casa... vengono consumati più che altro in futilità.
    2)I finanziamenti sgravi ecc, servono proprio (o perlomeno dovrebbero) per convogliare i risparmi dei cittadini su aquisti più ragionati. Chiaramente vengono detratti come tasse dalle buste paghe, ma è inevitabile, ammesso che i conti dello stato tornino.
    Il vantaggio è che il denaro, che molto probabilmente andrebbe a finire altrove rispetto ad investimenti sulle rinnovabili, viene prelevato e poi ceduto solo come incentivi per qualcosa di utile (o che perlomeno dovrebbe essere utile).
    3)Qui dobbiamo un attimo riflettere. Fino ad ora si è parlato di rinnovabili in senso generico, non è stato specificato il tipo, cioè non sono stati considerati i parametri che distinguono i diversi tipi, oltre a quelli strettamente tecnici come efficienza energetica nella conversione dell'energia, superficie occupata, densità di potenza disponibile ecc...
    Ci sono anche delle questioni economiche da considerare, cioè deve essere presa in considerazione l'economia di una Paese. Già in Italia si fanno diversi aquisti all'estero: macchine, gran parte dell'elettronica...
    Se diverse famiglie dovessero mettersi a comprare anche un impianto fotovoltaico (mettiamo 20000 euro ogni 30 anni per famiglia), non so quanto questo peserebbe, tenendo conto che le uscite di ricchezza date dalle importazioni devono essere controbilanciate da ingressi per esportazioni.
    Quindi il Paese dovrebbe anche rendersi più competitivo nel mercato globale.
    Se ad esempio consideriamo l'eolico invece, sicuramente necessita di una tecnologia che anche l'Italia è in grado di sviluppare.
    4)Praticamente come 1)

     
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572 replies since 7/11/2007, 21:18   12206 views
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